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Dal 16 al 24 febbraio: molto probabilmente si giocherà in questi nove giorni gran parte del futuro degli oltre cinquecento dipendenti del call center Answers, da settembre senza stipendio e dal 10 novembre in assemblea permanente nell’azienda di Sant’Agostino. È quanto emerso dall’udienza di ieri in tribunale

PISTOIA. Dal 16 al 24 febbraio: molto probabilmente si giocherà in questi nove giorni gran parte del futuro degli oltre cinquecento dipendenti del call center Answers, da settembre senza stipendio e dal 10 novembre in assemblea permanente nell’azienda di Sant’Agostino. È quanto emerso dall’udienza di ieri in tribunale che doveva occuparsi della richiesta di fallimento avanzata dal sindacato Cgil nei confronti della stessa Answers. Davanti al giudice Raffaele D’Amore si sono presentati ieri i legali della società, guidati dall’avvocato romano Mario Santaroni. La Cgil era rappresentata dall’avvocato Marica Bruni. Insieme al sindacato, c’era anche l’Inps, che da Answers attende di avere arretrati previdenziali stimati in 2 milioni di euro. Ma insieme a Santaroni c’era anche l’imprenditore milanese Umberto Costamagna, presidente della Call & Call, che il 30 dicembre scorso si dichiarò pronto a rilevare l’attività dell’Answers. Le trattative devono essere andate avanti, perché ieri l’Answers ha presentato al giudice D’Amore una richiesta di concordato preventivo, chiedendo 45 giorni di tempo per chiudere l’operazione. Con il concordato preventivo Answers si impegna in sostanza a pagare i creditori privilegiati (i lavoratori) e – almeno in parte – gli altri. Inoltre si dichiara disposta a cedere l’azienda alla milanese Call & Call: la quale prima prenderebbe in affitto dipendenti e attrezzature, successivamente subentrerebbe in toto nella proprietà del call center. Il sindacato non si è opposto alla richiesta, ha solo fatto presente – come fa da mesi – che sei settimane di tempo potrebbero rivelarsi un’attesa troppo lunga per il call center di Sant’Agostino, le cui prospettive future dipendono strettamente dal mantenimento delle commesse esistenti. E il giudice è venuto incontro alla richiesta, fissando una nuova udienza per il 24 febbraio: se entro quella data non sarà depositato il contratto d’affitto Answers-Call & Call, ripartiranno le procedure per il fallimento con un’udienza già fissata per il 21 aprile. Da parte sua, Costamagna si è detto pronto a impegnarsi fino in fondo. «Giovedì abbiamo già fissato un incontro con la proprietà – ha detto ieri – alla quale chiederemo di farci vedere i conti dell’azienda, in modo da metterci in condizioni di fare un’offerta. Se tutto va bene, saremo in condizione di farlo lunedì 16». L’annuncio dell’esito dell’udienza è stato dato dai vertici della Cgil (presenti il segretario provinciale Daniele Quiriconi, Valter Bartolini e Michele Gargini) ai lavoratori, che per due ore hanno presidiato in oltre un centinaio l’ingresso del tribunale monocratico, in via XXVII Aprile. Applausi hanno salutato le parole di Quiriconi e quelle di Costamagna. «Oggi sarebbe una bella giornata – ha sintetizzato il segretario Cgil – se ci trovassimo di fronte a imprenditori normali. Ma con questi di Omega (il gruppo proprietario di Answers, in crisi a livello nazionale, ndr) è obbligatorio essere cauti. Fiduciosi ma cauti».

articolo originale :

http://iltirreno.gelocal.it/dettaglio/giorni-di-speranza-per-lanswers/1848446?edizione=Pistoia

Pistoia, 28 novembre 2009 – Si profila l’ipotesi del commissariamento per Omega, il gruppo societario cui fa capo il call center Answers. Alla proprietà, il Governo ha imposto la data ultima del 5 dicembre per pagare gli stipendi arretrati dei lavoratori che in molti casi non riscuotono ormai da agosto. Se ciò non dovesse avvenire, l’esecutivo è pronto a nominare un commissario che potrebbe mettere in vendita la società e, nel frattempo, attivare il ricorso agli ammortizzatori sociali. E’ quanto si riferisce dopo l’incontro fra sindacati, azienda e Governo che si è svolto giovedì sera alla presenza del sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Gianni Letta.

 

Questa volta alla riunione hanno partecipato anche i due massimi responsabili del gruppo, Marcello Massa e Sebastiano Liori, che però non sembrano aver portato buone notizie ai lavoratori in attesa degli stipendi. “Dapprima hanno affermato di aver già pagato tutto – sottolinea Marila Mariotti, delle Rsu – un attimo dopo, ribaltando la versione, hanno confessato di non disporre delle somme necessarie”. Che soltanto per il call center di Pistoia superano il milione di euro.

 

“Il governo – si legge in una nota ufficiale della Presidenza del Consiglio dei Ministri – ha anche rivolto un appello a tutte le pubbliche amministrazioni che hanno contratti di fornitura in corso con il gruppo, a rispettare e conservare le commesse, così da assicurare una prospettiva di continuità e sviluppo alla professionalità dei lavoratori. Il Governo ha anche invitato le aziende private ad un analogo comportamento”. Si legge ancora nel comunicato che “il sottosegretario Letta si è attivato presso la sezione fallimentare del Tribunale di Roma per sollecitare l’esame delle istanze presentate dai lavoratori”.

 

Più rapida della procedura fallimentare inizialmente ventilata dalla Cgil, quella del commissariamento sembra essere un’ipotesi gradita a molti lavoratori. “C’è però un rischio – spiega Valter Bartolini della Cgil Pistoia – ovvero che il processo venga attivato soltanto per una parte del gruppo Omega. Al suo interno si distinguono infatti società, come Eutelia ed Agile, in cui vige il contratto metalmeccanico ed altre, come la stessa Answers, in cui è in vigore quello delle telecomunicazioni. Cercare soluzioni distinte – continua Bartolini – sarebbe però completamente sbagliato. Ne serve una valida per tutti quanti”.

 

Dopo aver atteso fino a tarda notte l’esito dell’incontro fuori da Palazzo Chigi, mentre la trasmissione Rai ‘Annozero’ dedicava una puntata al caso dei call center, ieri pomeriggio i lavoratori Answers sono tornati a riunirsi in assemblea nello stabilimento occupato di Sant’Agostino. Intanto, come se i guai degli ultimi mesi non bastassero, ieri alcuni dei 600 addetti ci hanno informato sulle ultime cattive notizie in arrivo dall’azienda: “Attraverso una circolare, la proprietà ci ha detto di non ritenere validi i cedolini del mese di ottobre per i decreti ingiuntivi”.